venerdì 6 febbraio 2015

Amaro? No AMARONE ! ! !


La scorsa settimana si è tenuta a Verona la consueta,  Anteprima di Amarone  presso il palazzo della Gran Guardia in Piazza Brà. Più di 60 aziende vitivinicole hanno partecipato all'evento che si tiene ogni anno portando oltre che il loro prodotto del 2011 anche qualche riserva degli anni passati.
Vi chiederete perchè nel 2015 si degusta il vino del 2011, la risposta è molto semplice perchè il vino ottenuto da corvina e rondinella deve fare come minimo 3 anni e mezzo in botte prima di essere imbottigliato e poi commercializzato.
Il nuovo epiteto Amarone per indicare il Recioto Amaro o Recioto Secco nasce nella primavera del 1936 nella Cantina Sociale Valpolicella, al tempo con sede presso Villa Mosconi ad Arbizzano di Valpolicella, ad opera del capocantina Adelino Lucchese, palato e fiuto eccezionali che, grazie al fortunato ritrovamento di una botte di recioto dimenticata in cantina e spillando il Recioto Amaro dal fusto di fermentazione, uscì in una esclamazione entusiastica: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. Il capocantina aveva regalato alla Valpolicella la parola magica e il direttore Gaetano Dall’Ora la usò subito in etichetta. La Cantina Sociale di Negrar nell’ingresso attuale ostenta giustamente una lettera di spedizione del 1942 con descrizione di “Fiaschetti di Amarone 1938”. Praticamente il recioto, messo in botte e poi dimenticato, continuò a fermentare fino a diventare secco. Gli zuccheri si sono così trasformati tutti in alcol e hanno fatto perdere la dolcezza al vino, al quale, in contrapposizione a quello che avrebbe dovuto essere, è stato dato il nome di Amarone. Fatta la scoperta, non è che l’Amarone fu subito perfetto. Anzi, a volte veniva fuori per combinazione, per fortuna, ancora dolce ma con un sapore finale di mandorla, magari risultato di una partita di Recioto in cui la fermentazione era sfuggita al controllo del produttore.
L’Amarone è il fratello del dolce Recioto: entrambi i vini sono ottenuti da uva appassite di Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta e Negrara. Queste vengono raccolte manualmente a settembre e lasciate ad appassire naturalmente in cassettine. Così l’acqua contenuta negli acini evapora e si concentra natualmente il mosto. A gennaio, quando pigiano le uve, le concentrazioni zuccherine sono davvero alte e permettono di sviluppare vini molto strutturati ed importanti.La differenza principale tra Recioto e Amarone sta proprio nella fermentazione: nell’Amarone tutta la parte zuccherina viene trasformata in parte alcolica e otteniamo un vino strutturato, deciso e alcolico.Nel Recioto la fermentazione viene interrotta a metà e otteniamo un vino da dessert con una parte zuccherina importante. Una altra leggenda  narra che ormai 70 anni fa un vinificatore si è dimenticato una botte di recioto: qui i lieviti naturali presenti nel vino hanno iniziato a fermetare e a trasformare tutto lo zucchero in alcool. Alla fine, questo vinificatore, ha trovato che il Recioto era “scapà” ed era diventato secco.

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