Sugli scaffali di qualsiasi enoteca o supermercato capita di vedere delle bottiglie di vino con dei nomi alquanto sinistri scritti sulla etichetta.
Il motivo di queste denominazione sono abbastanza strane e originali, basate su leggende, modi di dire o per pura fantasia.
Il vino Inferno della Valtellina per esempio deriva probabilmente dalle temperature elevate che d'estate si raggiungono nei piccoli terrazzi vitati siti negli anfratti rocciosi della zona di Sondrio. Restando negli inferi non poteva mancare che il Diaul dell'azienda Nino negri
Abbastanza particolare è la leggenda del vino Sangue di Giuda: questa narra che Giuda passato a peggior vita di quella triste condotta sulla terra, si fosse amaramente pentito dell'aver tradito Gesù. E Gesù in segno di perdono, lo avrebbe fatto resuscitare in carne e ossa nel' Oltrepò precisamente a Broni. Riconosciutolo i cittadini del posto decisero di ucciderlo per il ruolo avuto nella passione di Cristo. Giuda si salvo grazie a un dono che fece ai viticoltori locali, risanò con il proprio sangue le loro viti dalla malattia che a quel tempo le aveva colpite. Per ringraziarlo i viticoltori gli dedicarono il nome di questo vino.
Rimanendo sempre nel' Oltrepò abbiamo il Buttafuoco . Il nome pare derivare dal dialettale “al buta me al fogh”, che significa: “scalda – risveglia come il fuoco”, in relazione al fatto che si tratta di un vino di carattere e corpo. Un'altra spiegazione, più fantasiosa, è connessa anche all'effigie adottata dal Club del Buttafuoco: un ovale chiuso da due nastri rossi, simbolo del torrente Versa e del torrente Scuropasso, i due corsi d’acqua in cui è racchiusa la zona di produzione. L’ovale contiene l’immagine di un veliero con vele infuocate. La spiegazione della presenza del veliero è la seguente. Nella seconda metà dell’ ‘800, racconta la leggenda, la Marina Imperiale austro - ungarica varò una nave a cui fu dato il nome di Buttafuoco in ricordo di una compagnia di marinai dislocati a Stradella per il traghettamento sul fiume Po e occupati a combattere contro l’esercito del Regno di Sardegna in Oltrepò. Più che occuparsi dell’acqua di fiume, i marinai si sarebbero però occupati del vino di cantina, compiendo scorribande tra le botti e le bottiglie del rosso d’Oltrepò. E la bontà del vino rosso Buttafuoco, sempre secondo la leggenda, avrebbe a tal punto mitigato gli animi dei soldati imperiali da renderli facilmente propensi più a operazioni di pace che ad operazioni di guerra contro le truppe piemontesi e la popolazione locale.
Attraversando il Mediterraneo e finendo in Sardegna nella azienda vitivinicola Sella&Mosca troviamo il Cannonau Dimonios in onore dei Diavoli rossi della Brigata Sassari.
Arrivati a questo punto non ci resta che alzare i calici e brindare al..... VINO!