venerdì 28 aprile 2017

Moonshine, il chiaro di luna



Nel proibizionismo in Usa oltre a importare alcool non si poteva nemmeno produrre, ma non tutti osservavano la legge, la domanda era alta e qualcuno doveva produrre alcool.
I famosi Redneck ( i campagnoli americani)  di origine scozzese e irlandese, iniziarono a produrre un wisky ottenuto dal mais e distillandolo di notte, al chiaro di luna il moonshine.
La qualità del prodotto nel maggiore dei casi era delle peggiori perchè utilizzavano i radiatori automobilistici delle macchine come distillatore, infatti a causa di tracce di piombo, metanolo e antigelo qualche cliente fortunato ci rimise la vista rimanendo cieco per tutta la vita,  i più sfortunati morirono dopo alcuni giorni di agonia per intossicazione di moonshine.
Non tutto il wisky bianco ottenuto dal mais era pericoloso alcuni erano veramente distillati ad arte e prima di comprarlo in grosse quantità l'acquirente ( spesso un criminale di qualche banda ) bruciava un pò di moonshine in un cucchiaio, se la fiamma era blu, il prodotto era di ottima qualità, se il colore andava dal giallo al rossastro  vi era presenza di piombo in diversa quantità in base al colore, e il prezzo scendeva.
Matt Bondurant raccontò in un libro la storia del nonno e dei prozii produttori di moonshine durante il proibizionismo il libro che si intitola "La contea più fradicia del mondo" piacque talmente tanto a Nick Cave che decise di scrivere la sceneggiatura per il film Lawless con un bravissimo Tom Hardy.

Se siete curiosi e vi ho stimolato la voglia di assaggiare questo prodotto una volta illegale vi consiglio di fare un giro  in qualche distilleria in Tennessee o Kentucky che lo produce ancora,Immagine correlata rivivendo le emozioni di un vero Outlayer ma se questo non fosse fattibile potete sempre ordinarlo su internet, ma vi assicuro che non ha niente a che fare con i veri american wiskey, sembra più una grappa con l'odore di mais e il prezzo è pari a un buon single malt, quindi a voi la decisione.
E ricordatevi  di bere responsabilmente.


lunedì 5 dicembre 2016

Bevande Stupefacenti


Che cosa hanno in comune il Vino Mariani, la Coca cola e il Coca Buton ?
Sembrerebbe niente a prima vista ma in realtà la cosa in comune è un ingrediente, la Cocaina, o meglio le foglie di Coca peruviana.
Il pioniere di queste bevande energetiche di un tempo fu L'Italo-francese Dott. Angelo Mariani che invento il Vin Tonique Mariani, un vino rosso in stile Bordeaux nel quale venivano messe a macerare le foglie di cocaina.
Il vino Mariani ebbe talmente successo che diventò in breve tempo la bevanda più bevuta d'Europa e tra i clienti del farmacista si annoverano personalità famose e importanti come re , regine personaggi dello spettacolo e della letteratura. Anche il Papa Leone XIII era tra i clienti del Dott. Mariani, e gli piacque talmente tanto questa bevanda tonica che divenne  il testimonial in alcuni manifesti pubblicitari.
Il vino con la macerazione  delle foglie di cocaina ispirò un altro farmacista di nome John Pemberton che brevetto un prodotto a base di vino (americano)  e coca ma il paragone con quello del  del Dott. Mariani non era nemmeno immaginabile. Al farmacista conveniva inventare una bevanda non alcolica ma che fosse anche medicinale, utilizzando l'estratto della foglia di cocaina.
All'età di 54 anni John Pemberton inventò una bevanda non alcolica preparata con noci di cola, caffeina,  essenze, olii  mescolò lo sciroppo con acqua carbonata e infine non poteva che mancare, l' estratto di cocaina. La brevettò e la chiamo Coca-Cola
Anche in Italia la foglia di coca peruviana venne utilizzata da una distilleria chiamata Gio.Buton&Co.
che lancio il suo prodotto Elixir Coca Buton, ma a differenza dei due precedenti prodotti la presenza della cocaina svaniva durante la distillazione lasciando soltanto l'amaro del sapore, per questo motivo il prodotto bolognese fu utilizzato molto più a lungo dei precedenti sopratutto quando alcuni dottori incominciarono ad accorgersi degli effetti dannosi della cocaina nelle bevande se  bevute per un lungo periodo e scrivendo delle relazioni negative sulla foglia di coca.
Il risultato fu che i vini Mariani scomparvero dalla circolazione nel 1936 e la Coca- Cola  sostituì la l'ingrediente diventato illegale con uno segreto, mentre la Coca Buton è ancora in commercio mantenendo la coca solo nel nome.

giovedì 4 agosto 2016

Vecchio ma non troppo



Le uve da vino più popolari del nuovo mondo provengono da quello vecchio. Oggi molti dei più famosi vini del oltreoceano hanno le uve che provengono dalla vecchia Europa. La maggior parte delle uve più comuni sono varietà della specie Vitis Vinifera, che per la prima volta fu coltivata nel 8500 A.C. in Mesopotamia. Da qui questa specie ha fatto strada verso l'Europa e in Europa, attraverso tecniche di coltivazione si è potuta ampliare la gamma di diversi tipio di uva. All'incirca  2000 anni fa i primi produttori di vino in Europa e in Medio Oriente  hanno iniziato a coltivare vitigni specifici all'interno di questa specie, tra cui le varietà più comuni e usate: Cabernet Sauvignon, Pinot Noir, Syrah, Chardonnay , Malbec, Sauvignon Blanc.
 Nel 1972  i test Genetici presso la Università della California, Davis, hanno rivelato che lo Zifandel è stata la stessa uva come il il Primitivo, una uva coltivata in Puglia ( Italia). Inoltre durante test più approfonditi si è scoperto che Pimitivo e Zifandel hanno lo stesso DNA del Crlienak Kastenlanski in Croazia. Mi dispiace per i miei amici Californiani ma purtroppo per loro lo Zifandel è solo una copia Europea, anche se con il passare degli anni lo Zifandel ha assunto un proprio carattere abbastanza riconoscibile.
A metà del 19° secolo, il governatore della provincia argentina Domingo Sarmiento  aveva assunto un agronomo francese di nome Miguel Pouget per portare delle barbatelle di vite francese in Argentina dalla Francia. Tra le tante varietà di vite importate il Malbec fu piantato nella regione di Mendoza.
L'uva ha prosperato in questo nuovo clima e divenne la uva più coltivata in Argentina, nel frattempo il Malbec in Francia stava perdendo popolarità tra Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.
Il Malbec argentino è generalmente di medio corpo con un sacco di sapori di frutta rossa scura e con tannini relativamente morbidi. In Francia il Malbec è usato nei famosi tagli bordolesi ed è molto raro trovare un Malbec 100% francese.
L'anno successivo al impianto del Mabec in Argentina, nel nuovo mondo si incominciava a piantare una altra varietà di uva proveniente dal vecchio mondo, il Sauvignon Blanc.
Questa varietà è stata impiantata in New Zealand nel 1973 avendo molto più successo della Francia in quanto meno pungente sopratutto per quell'odore di cat's box, e avendo maggiori sentori di pompelmo e e frutti tropicali.
Il Cabernet Sauvignon è tra i vini più conosciuti al mondo, è il rappresntante dei vini di Bordeaux, viene spesso tagliato con altre uve come il Merlot e il Cabernet Franc, da qui prende poi il nome di stile bordolese o taglio bordolese, facilmente riconoscibile per la mineralità e la vasta gamma di sapori che varia dalla mattita nera al ribes alla scatola di sigari.
In Napa Valley( California) il Cabernet Sauvignon ha una forte alcolicità e sapori molto forti e intensi molto facile trovare un Cabernet S. 100% californiano che un Bordeaux style from Napa Valley.
Mentre nella valle del Rodano  il Syrah ha sofferto di malattie e l'uva era spesso trascurata e utilizzata per fare i diversi tipi di blend per poi rivenderlo a buon mercato, in Australia per distinguersi dagli europei lo chiamarono Shiraz, questa vita fu piantata dai primi coloni  nel 1830.
Lo Shiraz australiano è il vitigno preferito dagli enologi australiani in quanto possono decidere se fare un vino rosso da tavola o un grande  vino  da degustazione,
Oggi in Australia il Shiraz costituisce un quarto degli impianti del paese mentre in francia negli ultimi 40 anni stanno cercando di rilanciare questo vino ripristinando le vigne e i metodi di vinificazione .
Concludo l'articolo con una frase in inglese " The last but not the least" il pinot noir.
Si dice che il pinot noir è una delle più antiche uve coltivate in Borgongna all'incirca 2000 anni fa.
La prima testimonianza scritta del pinot noir si ha nel 1375,la qualità del vino  è data fondamentalmente dalla  tipologia del terreno e dal clima piuttosto che dalla uva.
Nel nuovo mondo il pinot noir ha la sua massima espressione in Sud Africa grazie al clima più caldo regalandoci un vino rotondo pieno di finezza e con sapori di frutta rossa.
Non importa se vi piacciono i vini del vecchio o del nuovo mondo, l'importante e bere bene e con prudenza.
CHEERS.

domenica 10 gennaio 2016

Parla piano ! ! !





In moltissimi film americani ambientati durante il proibizionismo, ho notato che gli attori principali andavano a bere e festeggiare in locali segreti, nascosti. Quelli non erano bar comuni erano gli Speakeasy.
Speakeasy, blind pig e blind tiger erano i nomi dei locali illegali che durante il proibizionismo (1920-1932 ) vendevano alcool. In Usa durante quel periodo non si poteva distillare, trasportare ,vendere e consumare qualsiasi tipo di alcolico, chi veniva colto in fragranza di reato andava direttamente in cella.
La parola Speakeasy  ha diverse origini, in un vecchio dizionario di slang inglese del 1844 per indicare un negozio dove si vendeva merce di contrabbando si diceva speak -softly o speakeasy shop, infatti in  questi locali non bisognava fare troppo rumore per non attirare l'attenzione di vicini curiosi e della polizia, bisognava parlare piano. Il primo speakeasy della storia è di Kate Hester che nel 1880  nello stato della Pennsylvania nella città di McKeesport apri il suo bar senza alcuna licenza e sempre nella zona di Pittsburgh  si vendevano alcoolici in negozi sotto banco.
Blind tiger o Blind pig invece erano i nomi dei locali che servivano illegalmente alcoolici ma per non farsi notare dalla polizia c'erano degli animali come attrazione, i clienti con la scusa di andare a vedere gli animali come orsi o tigri  bevevano qualche cocktail.
Inutile dire che durante il proibizionismo gli speakeasy si moltiplicarono a vista d'occhio, sopratutto perchè era un buon affare della malavita, Al Capone era il gangster americano con il più elevato numero di speakeasy di sua prorpietà in tutta America. In un documentario televisivo sulla vita del boss di Chicago appaiono alcune fotografie in bianco e nero con alcuni famosissimi musicisti anche afroamericani che suonavano nel suo locale.
Anche Texas Guinnan, attrice di teatro e sceneggiatrice apri moltissimi locali, si dice che più di 300 erano di sua proprietà, gli speakeasy aiutarono anche a un cambiamento culturale, in quanto potevano consumare e parteciparvi anche le donne, aiutando così l'emancipazione femminile.
Visto la scarsa qualità dei prodotti alcolici che erano per la maggior parte imbevibili singolarmente i speakeasier incominciarono a mescolare i distillati come wisky e gin con succhi di frutta per renderli più bevibili e camuffare la qualità del prodotto spacciandolo per un buon alcolico per venderlo a un prezzo più elevato, grazie a questo piccolo stratagemma nacque il Cocktail.
Negli anni 2000 in Usa tornarono di moda gli speakeasy anche se sono legali, i proprietari vollero far provare quelle sensazioni di trasgressione e illegalità che anche i loro nonni provarono durante il proibizionismo.
CHEERS ! ! !




lunedì 12 ottobre 2015

Il Mattone di Vino



Il 16 gennaio 1920 entro in vigore negli U.S.A. il divieto di poter produrre,vendere e consumare sostanze alcooliche, coloro che possedevano i vigneti in America per il solo scopo di trasformare le uve in vino si trovarono di fronte a un dilemma: strappare le viti e piantare qualcos'altro o cercare di trovare un modo per rendere ancora un profitto dalle uve con la speranza che il divieto di alcol non duri a lungo.
Questo problema fu sentito particolarmente tra i viticoltori della Napa Valley, che nel 1920 producevano e vendevano vino per in molti stati d' America, se questi viticoltori strappavano il loro vigneti per impiantare qualcos'altro, come alberi di frutta, c'era anche il rischio che la legge contro l'alcool venisse cancellata qualche anno più tardi, e per rimpiantare i vigneti bisognava aspettare come minimo 5 anni per avere della buona uva per il vino.
Molti proprietari non volevano rischiare, perciò stapparono i vigneti e li sostituirono con frutteti, gli altri studiarono un modo molto ingegnoso per vendere le uve per il vino e non andare contro la legge.
Il proibizionismo negli States  aveva  stabilito che le uve potessero essere coltivate solo se utilizzate per il consumo non alcolico. chi utilizzava le uve per trasformarlo in alcool rischiava la galera e non solo il viticoltore ma anche l'enologo e il produttore, ma se il viticoltore vendeva le proprie uve a un mercante e poi passavano in un negozio per poi finire in casa di una persona che trasformava le uve in vino, in questo caso il viticoltore non rischiava niente.
Nella legge era scritto che il viticoltore poteva creare anche del vino analcolico ( Succo di uva o succo di uva concentrato) solo per il consumo non alcolico, in questo modo i vigneti potevano fare ancora vino "analcolico " e il vino poteva  essere trasformato in vero vino dal consumatore finale previo avvertimento riportato sulla scatola dal viticoltore che questo era illegale.
Grazie a queste scappatoie furono creati i " Mattoni del Vino" e data la possibilità alla popolazione americana di poter bere vino.
Il Mattone di vino era un mattone di succo di uva concentrato, che i consumatori potevano scioglierlo o allungarlo con l'acqua e far riprendere la fermentazione per il proprio vino, ma non tutti i consumatori sapevano come fare il vino così i viticoltori stamparono sulle confezioni le istruzioni, come avvertimento di cosa non fare con il prodotto, un modo molto ingegnoso per aggirare la legge.

Grazie ai Mattoni i viticoltori che non trasformarono i loro vigneti in frutteti divennero molto ricchi, l'unico problema e che non riuscivano a soddisfare la domanda dei consumatori in quanto i mattoni erano richiestissimi.
Mattoni o no per Nostra fortuna il proibizionismo è stato cancellato e adesso possiamo bere e degustare degli ottimi vini ma sempre con prudenza e senza esagerare.

CHEERS ! ! !

martedì 1 settembre 2015

Gradisce del ghiaccio?

La domanda più comune quando si beve un liquore o un distillato è se si gradisce del ghiaccio, ma in realtà avete mai pensato che cosa è il ghiaccio? Pensate che il ghiaccio sia tutto uguale?
Quando l'acqua raggiunge temperatura sotto gli 0°C si solidifica, diventando ghiaccio.
La parola cristallo deriva dal termine greco che significa ghiaccio, un solido cristallino, trasparente e freddo.
Il ghiaccio è stato per lungo tempo usato come efficace mezzo di raffreddamento. Fino a tempi recenti l'edificio del Parlamento Ungherese usava del ghiaccio raccolto in inverno dal lago Balaton come risorsa principale per il condizionamento dell'aria. Le ghiacciaie  venivano usate per immagazzinare ghiaccio durante l'inverno in modo da preservare i generi deperibili durante l'estate, e i primi frigoriferi funzionavano con un blocco di ghiaccio conservato al loro interno.
Grazie alla tecnologia di oggi abbiamo frigoriferi che oltre a mantenere il cibo il più a lungo possibile, fabbricano anche cubetti di ghiaccio
Il cubetto di ghiaccio cambia in base al tipo di acqua che può essere più o meno dura, alla percentuale di calcare  e alla forma. Per la preparazione dei cocktail consiglio di utilizzare il ghiaccio della macchina Hoshizaki, made in japan, il cubetto è di forma cubica regolare, perfettamente trasparente, pieno e cristallino in quanto l'acqua dopo essere passata attraverso diversi filtri  subisce un lento raffreddamento.
Rimanendo sempre nel paese del sol levante, se siete a Tokio, fate un salto al High 5 bar, diretto dal Maestro Ueno, Trasformerà un piccolo blocco di ghiaccio in un diamante, con il solo utilizzo del coltello.


Se non avete l'abilità del Maestro Ueno, potete sempre provare a cimentarvi a casa con lo stampo a forma di  sfera che trovate nella confezione del Wisky Chivas,basterà riempirlo di acqua e lasciarlo un pò di tempo in congelatore per trasformarlo in una sfera di ghiaccio, pronto per versarci il vostro wisky.

Un consiglio per la preparazione dei Cocktail, conviene riempire lo shaker o il bicchiere di ghiaccio per mantenere il drink più freddo possibile e per evitare che si annacqui, infatti se si mette un paio di cubetti si scioglieranno in fretta invece se si riempe ci metterà molto più tempo.

Anche se avete poco ghiaccio, ricordatevi di bere responsabilmente. Cheers ! ! !





venerdì 6 febbraio 2015

Amaro? No AMARONE ! ! !


La scorsa settimana si è tenuta a Verona la consueta,  Anteprima di Amarone  presso il palazzo della Gran Guardia in Piazza Brà. Più di 60 aziende vitivinicole hanno partecipato all'evento che si tiene ogni anno portando oltre che il loro prodotto del 2011 anche qualche riserva degli anni passati.
Vi chiederete perchè nel 2015 si degusta il vino del 2011, la risposta è molto semplice perchè il vino ottenuto da corvina e rondinella deve fare come minimo 3 anni e mezzo in botte prima di essere imbottigliato e poi commercializzato.
Il nuovo epiteto Amarone per indicare il Recioto Amaro o Recioto Secco nasce nella primavera del 1936 nella Cantina Sociale Valpolicella, al tempo con sede presso Villa Mosconi ad Arbizzano di Valpolicella, ad opera del capocantina Adelino Lucchese, palato e fiuto eccezionali che, grazie al fortunato ritrovamento di una botte di recioto dimenticata in cantina e spillando il Recioto Amaro dal fusto di fermentazione, uscì in una esclamazione entusiastica: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. Il capocantina aveva regalato alla Valpolicella la parola magica e il direttore Gaetano Dall’Ora la usò subito in etichetta. La Cantina Sociale di Negrar nell’ingresso attuale ostenta giustamente una lettera di spedizione del 1942 con descrizione di “Fiaschetti di Amarone 1938”. Praticamente il recioto, messo in botte e poi dimenticato, continuò a fermentare fino a diventare secco. Gli zuccheri si sono così trasformati tutti in alcol e hanno fatto perdere la dolcezza al vino, al quale, in contrapposizione a quello che avrebbe dovuto essere, è stato dato il nome di Amarone. Fatta la scoperta, non è che l’Amarone fu subito perfetto. Anzi, a volte veniva fuori per combinazione, per fortuna, ancora dolce ma con un sapore finale di mandorla, magari risultato di una partita di Recioto in cui la fermentazione era sfuggita al controllo del produttore.
L’Amarone è il fratello del dolce Recioto: entrambi i vini sono ottenuti da uva appassite di Corvina, Corvinone, Rondinella, Oseleta e Negrara. Queste vengono raccolte manualmente a settembre e lasciate ad appassire naturalmente in cassettine. Così l’acqua contenuta negli acini evapora e si concentra natualmente il mosto. A gennaio, quando pigiano le uve, le concentrazioni zuccherine sono davvero alte e permettono di sviluppare vini molto strutturati ed importanti.La differenza principale tra Recioto e Amarone sta proprio nella fermentazione: nell’Amarone tutta la parte zuccherina viene trasformata in parte alcolica e otteniamo un vino strutturato, deciso e alcolico.Nel Recioto la fermentazione viene interrotta a metà e otteniamo un vino da dessert con una parte zuccherina importante. Una altra leggenda  narra che ormai 70 anni fa un vinificatore si è dimenticato una botte di recioto: qui i lieviti naturali presenti nel vino hanno iniziato a fermetare e a trasformare tutto lo zucchero in alcool. Alla fine, questo vinificatore, ha trovato che il Recioto era “scapà” ed era diventato secco.